Sentiero delle Pietre Bianche: Tappa 2 Castellazzo - Lago di Candia

Tipo attività outdoor
CICLOTURISMO

La seconda tappa proposta prende avvio da Caluso (via San Clemente - quota 320 m slm), sul retro del colle su cui sorgeva l’antico castello oggi denominato “Castellazzo”. Il Sentiero inizia appena superato il colmo della collina, sulla destra, lungo la carrareccia sterrata che costeggia il muro dell’abitazione ivi presente, tenendo la stessa sulla sx. Da qui gli escursionisti potranno godere di un tratto di Itinerario molto bello che, seguendo un tracciato sinuoso lungo l’asse ovest-est caratterizzato da leggeri sali-scendi, attraversa alcuni tra i più bei vigneti di Erbaluce della zona: si segnalano alcuni scorci panoramici entusiasmanti dai quali la vista spazia sino alla Serra di Ivrea, al Castello di Masino e, più vicino, al paese di Candia e alla frazione di Barengo di Mazzè. Dopo circa 750 m da via San Clemente la traccia si immette su una carrareccia molto bella che rappresenta la vecchia strada che consentiva il collegamento tra Caluso e Vische; si svolta a dx e si risale per circa un centinaio di metri per svoltare a sx, in corrispondenza di un pilone votivo, lungo una via che nuovamente costeggia pregevoli vigneti. A circa 1300 m dalla partenza in Caluso i due Itinerari sempre coincidenti SPB e AV (traccia principale) attraversano la SP 84 (al km 0,3) che da Caluso scende verso il Lago di Candia e conduce a Vische. Superata la SP 84, a quota 300 m slm, il Sentiero aggira a sx un edificio di recente costruzione e risale verso la collina che separa il Comune di Caluso dal Comune di Mazzè, cosiddetta dei “tre doss” per l’andamento altalenante delle quote su cui si snoda la presente traccia collinare. Il tratto in oggetto dopo aver superato alcuni vigneti si addentra in un fitto bosco ceduo a dominanza di castagno, in cui però soprattutto nel periodo invernale, è possibile apprezzare di alcuni punti panoramici sul sottostante Lago di Candia, sino a sbucare su uno sterrato più ampio che collega il paese di Mazzè (via Possoglio) alla sua Frazione Cascina Motta: da qui è possibile facilmente raggiungere l'abitato di Mazzè posto a circa 1 km. Svoltando a dx si supera poco oltre un fosso irriguo, ramificazione dello storico e noto Canale Demaniale di Caluso, e ci si immette lungo la direttrice nord-ovest/sud-est in una vallecola detta valle della Motta (quota 270 m slm) caratterizzata sulla sinistra da alcuni bei prati degradanti e molto interessante quale segno distintivo delle conseguenze dell'azione del ghiacciaio Balteo: essa rappresenta infatti uno dei caratteristici "sfioratori" lungo i quali, in estrema sintesi, defluivano verso l'esterno le acque di scioglimento originate dalla conca un tempo occupata dal ghiacciaio. Poco oltre il Sentiero svolta nuovamente a sx scendendo inizialmente nella vallecola per poi risalire nuovamente e incrociare prima un breve tratto della strada asfaltata che proviene dal cimitero di Mazzè e che scende verso la frazione Barengo e, dopo circa 700m, un nuovo tratto di strada asfaltata più ampia, la SP 81, che collega Mazzè a Vische (quota 295 m slm). Si segnala che, lungo questo tratto di Sentiero, deviando dalla traccia ufficiale è possibile raggiungere agevolmente il bellissimo Castello di Mazzè con il suo borgo storico e la Chiesa Parrocchiale oppure il Monte Bicocca (341 m slm) dolce rilievo dominante alle spalle del Castello, punto panoramico di eccezionale bellezza dal quale la vista può spaziare a perdita d’occhio a 270°: da un lato la Serra di Ivrea con alle spalle le Alpi del Biellese; dall’altro tutta la piana del Torinese con la Città di Torino e sullo sfondo il Monviso; nel mezzo, a ripido sbalzo sotto i nostri occhi, la Dora Baltea con la cosiddetta "Diga di Mazzè" e il Canale Naviglio di Ivrea con il suo "Casotto della Maddalena" (il cui dissabbiatore risulterebbe esser stato disegnato da Leonardo Da Vinci); in primissimo piano il Castello di Mazzè con al suo fianco la ripida “Roca Pla” e il borgo storico di Mazzè. Qui occorre fare una piccola precisazione geografica/morfologica. La morena cosiddetta "frontale" dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, esegue sul territorio interessato dall’Itinerario SPB, una dolcissima curva che se procediamo da ovest verso est, tocca i paesi di Montalenghe, Orio C.se, Mercenasco, Barone C.se, Candia C.se, Caluso, si porta sino a Mazzè dove viene incisa e interrotta dal corso del Fiume Dora Baltea (proprio sotto al Monte Bicocca), per poi proseguire su Villareggia e Moncrivello, comuni interessati dalla "Tappa 3" del Sentiero delle Pietre Bianche denominata “Villareggia-Villareggia”. Ritornando sull’Itinerario (SPB e AV che seguono ancora coincidenti), attraversata la SP 81 a quota 295 m slm, il Sentiero abbandona molto presto l’asfalto e si butta a dx su una stretta carrareccia in discesa che segue un andamento ovest-est e che si dirige verso le Cascine “Viscano” del Comune di Vische addentrandosi all’interno di un bel bosco misto di latifoglie in cui si scorgono alcune belle querce. Dopo circa 1200 m dalla SP il nostro itinerario SPB lascia l’Itinerario AV (traccia principale) il quale si stacca piegando a dx e risalendo un modesto dislivello per dirigersi verso la Dora Baltea e il ponte della SP 595 che ne consente l’attraversamento. Si evidenzia che il presente tratto di AV accatastato con il cod. ETOP102 consente il collegamento tra la presente Tappa del Sentiero delle Pietre Bianche e i percorsi descritti nella "Tappa 3" del Sentiero delle Pietre Bianche. Inoltre grazie al presente tratto l’AV dà la possibilità agli escursionisti di raggiungere alcuni interessanti siti archeologici del Comune di Mazzè, visitabili ad alcune centinaia di m dalla traccia dell’AV grazie a specifici percorsi guidati segnalati.

Tornando al bivio in cui l’Itinerario SPB lascia l’Itinerario AV, quota 245 m slm, la nostra traccia procede in discesa su una dolce curva a sx per seguire grossomodo la direzione ovest-est e attraversare alcune radure e alcuni frutteti. Il tracciato scende immerso nuovamente nel fresco bosco collinare, nel punto più depresso supera alcune risorgive e, risalendo, giunge alla borgata “Viscano Superiore” quota 235 m slm. Di qui procede su un tratto asfaltato ma assolutamente gradevole e lontano dal traffico veicolare, procedendo lungo la direzione sud-nord parallela al vicino corso del Fiume Dora Baltea sino ad attraversare le cascine di “Viscano Inferiore” e dopo 1500 m giunge alla SP 81 (al km 17,6) in prossimità dell’ingresso nel Comune di Vische ove spicca un pilone votivo denominato “Capela at Pignuchin”, quota 243 m slm. Dal Castellazzo di Caluso sino a qui sono stati percorsi circa 7,6 km; entrando nel paese di Vische è possibile sostare per un rifornimento di acqua e di prelibatezze locali.

L’itinerario da Vische, attraversata la SP al km 17,6 in corrispondenza della “Capela at Pignuchin”, prosegue in direzione est-ovest costeggiando per un lungo tratto un muro di cinta di una villa storica di Vische e seguendo, su un ampio sterrato, un andamento parallelo al cosiddetto “altopiano di Vische” che scende dalla morena principale posta tra Caluso e Mazzè per allargarsi sull’area su cui sorge la Frazione di Barengo di Mazzè sino a lambire l’abitato di Vische. Il Sentiero procede in direzione est-ovest attraverso alcuni campi coltivati e, a circa 560 m dalla SP 81, abbandona l’ampio sterrato e piega a sx su una stretta traccia a fondo naturale che conduce verso il piede della collina. Di qui si procede parallelamente all’andamento del dolce rilievo su una traccia sinuosa che procede su quote grossomodo costanti immersa nel verde del bosco misto di latifoglie dominato dai noccioli con qua e là begli esemplari di quercia. Dopo circa 1500 m dallo sterrato lungo il muro, si costeggia la Cascina Deserta, cascinale di origine antichissima ancora oggi abitato, e poco oltre si raggiunge la cosiddetta “Fontana del Principe”, una risorgiva che fino a pochi anni fa forniva di acqua proprio la vicina cascina Deserta. A circa 2750 m dal paese di Vische - “Capela at Pignuchin” l’Itinerario raggiunge la SP 84 del Lago di Candia (quota 239 m slm) da dove è possibile scegliere tra due differenti possibilità: l’itinerario principale non attraversa la strada asfaltata e procede tenendo la sx e risalendo in direzione della Frazione Barengo di Mazzè; viceversa, attraversando la SP 84 e imboccando la stradina immediatamente di fronte si ha la possibilità di seguire la variante cosiddetta “del Parco Naturale del Lago di Candia” (cod. ETOP105A).

Quest’ultima consente sempre di giungere alla meta di Itinerario “Lago di Candia - zona Lido” ma dà la possibilità di entrare all’interno dell’Area Protetta del Parco Naturale del Lago di Candia, offrendo la possibilità di accesso a tutti i Sentieri del Parco interni alla Palude. In estrema sintesi, procedendo lungo la presente variante si segue per un tratto di circa 900 m un ampio sterrato per poi deviare a sx su una carrareccia in fondo naturale piuttosto rovinata dal passaggio dei mezzi agricoli che consente di circumnavigare prima da est e poi da nord lo specchio lacustre senza però mai goderne appieno della bellezza, vista la fascia di canneto, molto importante dal punto di vista naturalistico, che ne caratterizza tutto il perimetro. Dopo 2560 m dall’attraversamento della SP 84 ci si reimmette nuovamente su uno sterrato ampio e ben battuto proveniente dalla vicina frazione di “Cascina Rossi” di Candia C.se e, poco oltre, si attraversa il cuore dell’area protetta da cui dipartono i numerosi sentieri che consentono di apprezzarne al meglio le bellezze e le unicità naturalistiche. Dopo 3,6 km la presente variante termina in prossimità del bivio posto sotto alla stazione ferroviaria di Candia C.se (quota 234 m slm), già descritto in avvio della prima tappa dell’Itinerario; da qui svoltando a sx, dopo 1150 m si raggiunge il Lago di Candia, in zona Lido, presso l’area attrezzata comunale – fine Itinerario.

Tornando all’affaccio alla SP 84 in cui si ha la biforcazione dell’itinerario si riprende la descrizione proseguendo lungo la traccia principale dell’Itinerario SPB. In questo caso non occorre attraversare la SP ma si procede in salita tenendo la sx lungo una traccia prima ampia e poi via via più stretta che risale un canalone molto suggestivo immerso nel verde della vegetazione collinare. La salita continua lungo i margine del piccolo “altopiano di Vische” sino ad un tratto in cui spiana in corrispondenza del quale sulla destra è possibile ammirare il vicinissimo specchio lacustre; ci si trova a 200 m in linea d’aria dal Lago in un posizione a quota 270 m slm, circa 40 m più alta del livello dell’acqua, molto suggestiva e di assoluta dominanza sul Lago. Poco oltre, lasciato il fitto del bosco per introdursi all’interno di spazi aperti immersi tra i campi coltivati, a circa 800 m dalla SP 84 e a quota 282 m slm, si costeggia la frazione di Barengo che, con una piccola deviazione, può essere comodamente visitata. In particolare si evidenzia la presenza, a circa 450 m dal Sentiero, della Chiesetta dedicata ai Santi Orso e Barnaba risalente, nella sua forma originaria, all’inizio del XVII secolo; al suo fianco si segnala la presenza di un comodo punto acqua.

Riprendendo il tracciato originario, dopo aver costeggiato la Frazione di Barengo di Mazzè, l’Itinerario piega a destra affiancando alcune belle vigne e scendendo l’altopiano sino a rientrare nella vallecola cosiddetta “Valle della Motta” dirigendosi prima verso la Cascina “Nuova della Motta” e poi verso la Cascina “Palantina”. Lungo tutto il presente tratto gli spazi aperti e la sinuosità della collina e della vallecola sottostante garantiscono scorci panoramici entusiasmanti verso il Lago di Candia e la retrostante cerchia morenica su cui spicca l’abitato di Candia con il suo Castello, la Torre di San Michele e la Chiesetta di Santo Stefano. Superata alla sua destra la Cascina Palantina, dopo un primo tratto in spazi aperti, il tracciato piega a sx immergendosi nuovamente nel fitto del bosco. Dopo 2,5 km dalla biforcazione dell’Itinerario tra “Variante del Parco Naturale” e tracciato principale, il Sentiero giunge nuovamente in territorio di Caluso dove, attraversata la SP 84 a quota 256 m slm, torna a risalire immerso tra i tipici vigneti. In questo tratto il tracciato segue un percorso sinuoso ricco di deviazioni che si districa tra vigneti, prati e aree boscate, grossomodo parallelo al tracciato già percorso in senso opposto (in direzione Mazzè) dopo esser partiti dal Castellazzo, ma più meridionale e posizionato ad una quota di circa 25/30 m inferiore. Superata la zona a dominanza di vigneti il Sentiero progressivamente torna a scendere e, piegando verso nord, si immette in una bella carrareccia sterrata a tratti selciata, vecchia via di collegamento tra Caluso e Candia C.se dalla quale, ormai in territorio di Candia, si stacca svoltando nettamente a dx, piegando verso est, per scendere in direzione del Lago. Superata la ferrovia grazie ad un caratteristico sottopasso in mattoni pieni, il tracciato giunge in prossimità del Lago dove dopo circa 6,3 km da Vische, a quota 230 m slm, si conclude la presente tappa di itinerario chiudendo l'anello intrapreso con la "Tappa 1".

Piemonte Outdoor
Access
Accessible for disabled people: No
Accessible with public transport: Yes
Notes on accessibility with public transport: Si veda la "Tappa 1"
Useful information
Classification: Locale o di prossimità
Devotional interest: No
Historical interest: Yes
Recommended period: Tutto l'anno ad esclusione dei mesi più caldi di luglio e agosto
Cell phone coverage: Buona

Altitude profile

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