COMUNE DI BALANGERO

Comune
Balangero è un piccolo comune delle Valli di Lanzo con circa tremila abitanti. Abitato in un primo tempo dai celti, conserva ancora i segni della dominazione Romana.
L’origine del nucleo urbano di Balangero risale al X secolo ed è dovuta alla costruzione di un forte castello ad opera di Berengario II d’Ivrea, divenuto poi re d’Italia. Successivamente si afferma la signoria dei Vescovi di Torino, più tardi è la volta dei Marchesi di Monferrato, che con successivi acquisti tra il 1225 e il 1230, si impongono su tutto il territorio della comunità balangerese. Nel XIV secolo il castello-fortezza è oggetto della contesa tra Monferrato e Filippo d’Acaja; questi lo espugna nel 1307. Cinquant’anni dopo Amedeo VI, il Conte Verde, dopo un lungo assedio lo toglie a Giacomo d’Acaja. In seguito ad accordo, Giacomo rimane a Balangero come feudatario (non più come signore) di Amedeo VI. Successivamente abbiamo poi un ritorno dei Marchesi di Monferrato che vengono riportati nel castello dal feudatario Bartolomeo di San Giorgio. Ne segue un nuovo assedio vittorioso da parte di Amedeo VII, il Conte Rosso. Si susseguono poi altri feudatari per conto dei Savoia; nel XVI secolo il feudo passa ai Provana di Leinì, dopo il 1630 il castello viene trasformato in dimora di campagna e passa al Consigliere di stato Lelio Cauda, favorito di Madama reale. La lotta che oppone Madama Reale ai cognati investe anche Balangero e porta alla distruzione della ricca villa che era sorta sul castello-fortezza. Da allora in poi la storia di Balangero è identificata con quella dei Savoia.

Gli edifici più importati sono il bellissimo parco che ospita il palazzo municipio, un magnifico esempio di Liberty costruito da Giuseppe Copperi che dà il nome all’omonima via e la parrocchiale barocca di San Giacomo che domina il paese.
Un’altra particolarità di Balangero sono i "Sim" parola locale per indicare i grandi e complessi cortili del centro storico.

Quando si parla di Balangero molti ricordano la grande cava d’amianto, la più grande d’Europa attiva dal 1904 al 1990, che fu una grande fonte di occupazione per la comunità e ora dopo la messa in sicurezza del sito è una spettacolare cattedrale del lavoro del novecento. Ci sono molte storie sull’amiantifera le più famose sono state scritte da Primo Levi ed Italo Calvino che ebbero rapporti di lavoro con la miniera e che li colpì nel profondo. Levi che da neolaureato in chimica fu assunto alla cava, ambienterà nella miniera il racconto a sfondo autobiografico “Nichel” contenuto nella raccolta “Il sistema periodico”, mentre Calvino inviato dell’Unità, scrisse un lungo reportage intitolato “La fabbrica della montagna”.
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Viale Copperi, 16, 10070 Balangero (TO)