COMUNE DI BROSSO

Comune
Il paese di Brosso è, oggi, un centro di circa cinquecento abitanti che nel periodo estivo aumentano considerevolmente; è situato in una valletta laterale dell’Alta Valchiusella, adagiato in una conca naturale circondata da prati e boschi. Anticamente, la borgata aveva particolare importanza rispetto alle altre, tant’è vero che in epoca medioevale e fino ad un recente passato, la Vallata intera era detta Val di Brosso.
Si sa che il territorio fu popolato fin dalla preistoria e poi furono i Salassi, popolazione di origine celtica, a stanziarsi in quest’area geografica che, per fabbricare gli attrezzi indispensabili alla caccia ed al lavoro dei campi, impararono ad estrarre ed utilizzare il minerale che affiorava sulle pendici delle montagne.
I Salassi dovettero soccombere alla conquista romana e si può supporre che proprio l’esistenza del minerale, di cui Roma aveva grande necessità per le sue guerre di conquista, sia stato il movente principale dell’occupazione.
Nel secolo XII, quando tutta la vallata rientrava nei possedimenti dei Conti San Martino di Castellamonte, i signori di Brosso- detti Aimonini- si distinsero per la loro ferocia e il dominio degenerò in tirannia. Stanchi per le continue lotte che si svolgevano nel territorio e per la pesante oppressione di cui erano oggetto, i valligiani si ribellarono in più riprese; una delle rivolte più sanguinose fu quella dei Tuchini che, nel 1386, partì proprio da Brosso estendendosi a tutto il Canavese e portando alla distruzione di numerosi castelli.
Gli abitanti di Brosso e di tutta la Valle, con la speranza di avere un appoggio contro lo strapotere dei feudatari, giurarono a più riprese fedeltà ai Savoia, chiedendo la loro protezione, ma le lotte continuarono per oltre un secolo portando, con le conseguenti carestie, miseria ed imbarbarimento e determinando, in alcuni periodi, il decadimento dell’attività mineraria.
Il 1 gennaio 1497 è una data fondamentale, infatti, in tale giorno, alla presenza di alcuni notabili e di un notaio, l’assemblea dei capifamiglia fissò le norme per lo sfruttamento delle miniere, nel quadro generale di un’attenta interazione fra l’attività mineraria e quelle agro-pastorali e da allora gli Statuti Minerari furono validi per molto tempo.
Nei secoli più recenti, la vita di Brosso è sempre stata strettamente legata all’attività mineraria e metallurgica. Nel 1700 la Valchiusella fu la principale fornitrice di ferro di Casa Savoia.

Verso la fine del 1700 il cambio della tecnologia provocò il decadimento della metallurgia brossese. L’attività mineraria si orientò alla ricerca e all’utilizzo della pirite e, in un secondo tempo, verso il 1830 quando il complesso minerario fu concessione della famiglia Sclopis, a produrre acido solforico. Le miniere furono chiuse quando l’estrazione del minerale, fatto con metodo ormai obsoleto, assunse costi superiori rispetto all’importazione dall’estero: era l’anno 1964. Verso la metà del secolo scorso la cessazione dello sfruttamento minerario provocò il progressivo abbandono del territorio.




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Piazza Sclopis, 1, 10080 Brosso (TO)