Via Francigena Morenico Canavesana: Tappa 1 Carema - Ivrea

Tipo attività outdoor
ESCURSIONI TREKKING

Aggirata la Chiesa di San Rocco  appare l’abitato di Carema e la conca, tappezzata di vigneti, nella quale si discende percorrendo una stretta scalinata alla base di una parete rocciosa. Si attraversano i vigneti e si entra nel paese. Raggiunto un incrocio a T, con una fontana si gira a sinistra per raggiungere la piazzetta con il Municipio. Passando davanti alla chiesa si superano le ultime case e, in un ambiente aperto, si attraversa un’area di vigneti percorrendo alcune piste agricole delimitate dai caratteristici “tupiun”. Si discende fino a toccare la statale 26, Ivrea- Aosta, ove si gira a sinistra per percorrere, facendo attenzione al traffico, circa 1 Km e sfiorando nel tratto intermedio la sponda della Dora Baltea. Si costeggia un’area artigianale e presso alcuni pini marittimi si abbandona la statale e si devia a sinistra per seguire una stradina laterale che porta alla frazione di Airale. Alle prime case della frazione si lascia la stradina a sinistra e si prosegue diritto lungo una strada bianca carrozzabile che, dopo alcune centinaia di metri, attraversa un campeggio ed il Chiussuma, un torrente che discende dalla Colma di Mombarone. Si è ormai in prossimità di Torre Daniele e, seguendo un acciottolato, si passa tra il campanile e la chiesa e si entra nell’antico centro della frazione. Dopo le ultime case ci si dirige verso la statale, e prima di raggiungerla si devia su una strada di campagna che si sviluppa, tra vigneti ed ampi prati, per un lungo tratto in parallelo alla strada trafficata. Al termine si devia a sinistra seguendo, tra muri a secco, una mulattiera acciottolata che passa tra i vigneti ed entra in Cesnola. Dopo la chiesa della frazione si raggiunge una fontana con una vasca formata da un blocco unico e si devia a destra e poi a sinistra per lasciare le ultime case e superare l’isolata chiesa di San Rocco. Seguendo una strada bianca si attraversa un tratto di campagna fino a raggiungere l’abbandonata chiesa di San Sebastiano, alla periferia di Settimo Vittone. Il tratto a seguire è un po’ articolato ma seguendo i segnali del VF si superano correttamente gli incroci tra le strade e le mulattiere. In genere si devia a sinistra ed in progressione si seguono: una stradina asfaltata, una mulattiera, un breve tratto della strada che sale a Trovinasse e ancora una parte di mulattiera che porta alla piazzetta della chiesa della Madonna delle Grazie a monte del nucleo di Settimo Vittone. Attraversata la strada si costeggia un poggio con un antico nucleo (con una breve deviazione si toccano la chiesa e il battistero di San Lorenzo dell’ XI secolo) e si gira a sinistra passando alla base di un vecchio muro. Lasciato l’antico borgo si attraversano alcuni prati e si raggiunge una stradina asfaltata. Qui si gira a sinistra e dopo una breve salita e discesa, ad un incrocio, si segue uno stretto sentierino, rasentando alcune rocce sporgenti. Con una scalinata non ciclabile (c’è un tratto esposto ma con barriere protettive) si discende nell’area di Montestrutto, con il profilo del castello visibile al termine di una costa rocciosa a ridosso dell’alveo della Dora Baltea. In un ambiente aperto si attraversano alcuni vigneti e al termine si passa sotto la volta di un vecchio edificio dell’antico borgo di Montestrutto – “Sottopasso di Teit”. Raggiunta una stradina si prosegue a sinistra per risalirla dapprima su fondo asfaltato e poi su roccia. Superato il culmine, con ottima vista sul castello di Montestrutto, sulla piana, sul fiume Dora Baltea e sul versante opposto, si discende lungo un sentiero non ciclabile in un’area in cui vi sono numerosi esempi di rocce montonate. Entrando nel bosco si superano alcuni stretti passaggi tra muri e rocce sporgenti e si discende su una ripida mulattiera che immette nel centro di Montestrutto. In un tratto intermedio si ha un’ottima vista sul castello e sulla chiesa adiacente. Nella piazzetta si piega a sinistra e, in piano, si esce dal paese percorrendo una larga strada con i “tupiun” ai bordi. A sinistra ampi parti separano dalle pareti di vertical rock, ove sono tracciate numerose vie di roccia, e che rappresenta un ambiente ideale per gli appassionati di arrampicata. Al termine dei “tupiun”, si segue a sinistra una pista inerbita, poi asfaltata che attraversa ampi prati e progressivamente si avvicina al versante roccioso. Si entra nella frazione di Ivozio e dopo una chiesetta si percorre una stradina per circa 1 Km fino alla chiesa di San Germano, nell’omonima frazione. Girando a sinistra si raggiunge l’area delle ex fabbriche della birra e a ridosso dei costoni rocciosi, si gira a destra per percorrere la strada dei Balmetti “la montagna che respira”. Qui, lungo la strada, sono situate tante costruzioni addossate le une alle altre e a diretto contatto con la roccia. Si tratta di cantine che sfruttano il fenomeno naturale, molto raro, dell’aria che fuoriesce in modo costante dalle fenditure delle rocce per l’intero arco dell’anno. Lasciati i Balmetti si prosegue in direzione di Borgofranco (dai Balmetti fino ad Ivrea sono numerosi i tratti in comune con l’Alta Via e gli itinerari di Collegamento dell’AMI) e toccata la strada per Nomaglio-Andrate si gira a destra. Al primo incrocio si piega a sinistra per raggiungere la Torre-Porta di Borgofranco. Dopo la chiesa si gira a sinistra per seguire una stradina che immette in una piazzetta. Si prosegue all’incirca diritto per accedere ad un bivio a T ove si piega a sinistra e subito dopo a destra, per percorrere una strada che porta fuori dal paese. Dopo alcune centinaia di metri, ad una biforcazione, ove è posto un vecchio cippo stradale di pietra, si segue la strada sulla destra che entra nel bosco. Più avanti, poco prima di un canale scolmatore, si gira ancora a destra per seguire una pista forestale. Superato un rio si continua in piano fino  a raggiungere un altro rio che scorre sul bordo del bosco, ai piedi di un pendio. Girando a destra si oltrepassa il bivio con la mulattiera che discende dal Lago Nero e dopo aver superato i ruderi di una centrale elettrica che sfruttava la caduta d’acqua del Lago Nero, si prosegue sempre ai piedi del pendio per circa 1Km. Superata una fornace si entra in Montalto Dora e sulla sinistra appare, per un breve tratto, il castello medievale. Raggiunta la piazza del municipio si prosegue sulla sinistra per superare la residenza di Villa Casana, sede fino a pochi anni or sono di un monastero di Suore Benedettine Cistercensi. Il rilevante complesso architettonico è circondato da un grande parco ed infatti, uscendo dal paese per dirigersi verso il castello, si iniziano a costeggiare i giardini della villa fino ad ammirare, attraverso un cancello, il secolare cedro dell’Atlante, censito come albero monumentale. Proseguendo lungo una strada acciottolata, con ampi sguardi al sovrastante e sempre più prossimo castello, si sale alla chiesetta di San Rocco. Dopo alcuni vigneti si raggiunge un crocevia ed un’area attrezzata ove sono presenti alcuni pannelli didattici sulle peculiarità del castello che svetta all’apice di un picco roccioso. Seguendo la strada principale si costeggiano le pendici del dosso col castello e si supera la Linea Insubrica, la cicatrice della crosta terrestre dovuta alla collisione tra due zolle continentali, quella Europea e quella Africana. I geologi riconoscono un tratto di questa giunzione proprio sul piano del camminamento. Una leggera discesa conduce ad un avvallamento ove, soprattutto nella stagione invernale, attraverso la vegetazione, si osserva il Lago Pistono. Al vicino bivio si gira a destra per raggiungere il lago e dopo l’immissario si piega a destra e, prima di una locanda, a sinistra per entrare nel bosco. Un bel sentiero a mezzacosta costeggia da posizione invidiabile e con tratti panoramici il bordo orientale del lago, in un ambiente straordinariamente piacevole. Il sentiero si immette su uno sterrato e seguendo il ramo di destra si raggiunge una biforcazione ove al centro è eretta la Cappella di Santa Croce. Proseguendo a sinistra si superano alcune abitazioni residenziali e dopo un piccola zona umida, ad una biforcazione con palina AMI, si piega a sinistra per iniziare a risalire una ripida stradina. Dopo lo  scollina mento una discesa conduce al crocevia della cappella di San Pietro Martire. Al successivo incrocio si gira a sinistra per immettersi su una mulattiera che in discesa porta ad un parcheggio di un complesso turistico-residenziale. Per un breve tratto si intravedono il Lago Sirio ed il lineare profilo della morena della Serra. Raggiunta una strada di collegamento si gira a sinistra e prima di un segnale di arresto si piega a destra per iniziare a percorrere Via Sant’Ulderico, in un bell’ambiente residenziale. Si percorre per oltre 1 Km questa via che discende su Ivrea e prima di raggiungere un’area commerciale, si osservano, di fronte, i profili del castello e della cattedrale di Ivrea. Al primo incrocio si gira a sinistra e al vicino semaforo si piega a destra per passare ai piedi del castello e delle torri. Al successivo incrocio con semaforo si gira a sinistra e subito dopo nuovamente a sinistra per entrare nel centro storico di Ivrea, attraverso il passaggio di due archi. Dopo il secondo si risale una stradina che, sviluppandosi alla base di una delle torri del castello, conduce ad una piazza con un ottimo punto di osservazione su una parte della città e sul campanile del municipio. In prossimità del Duomo ha termine questo percorso.

Piemonte Outdoor
Accesso
Accessibile ai disabili: No
Accesso con mezzi pubblici:
Note accesso con mezzi pubblici: Con mezzi pubblici:
Stazioni ferroviarie di Pont Saint Martin e Ivrea.
http://www.trenitalia.com
Stazione autobus Movicentro Ivrea c/o stazione ferroviaria
Linee GTT e SADEM
http://www.gtt.to.it
http://www.sadem.it
Informazioni utili
Classificazione: Provinciale di media e bassa montagna
Interesse devozionale: No
Interesse storico: No

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