Château
Antico maniero risalente alla fine del IX SECOLO, si trova in una felice posizione collinare infatti dal Castello si può scorgere il meraviglioso panorama sul Lago di Viverone, testimonianza dell’antico ghiacciaio il cui fianco morenico è costituito dalla Serra d’Ivrea.
La facciata verso sud, completamente modificata nel XIX° secolo, offre un’immagine di grande residenza di campagna. Nato come roccaforte e avamposto nel III secolo d.C. per la sua posizione strategica in cima alla collina, nei secoli a venire, l’antica fortificazione fu usata come basamento architettonico di quello che è l’attuale castello.
Dopo varie cessioni a nobili della zona, nel 1225 il castello venne acquistato dai conti Bichieri di Vercelli, famiglia potentissima e ricchissima, i quali si preoccuparono di riedificare l’ormai fatiscente fortificazione collinare in un castello medievale, cioè nella sua attuale forma; il castello divenne una delle dimore più sicure e più ricercate per la sua efficienza; questa nobile casata vercellese lo fortificò per difendersi nelle lotte fra guelfi e ghibellini. Borgo e castello passarono poi in mano ai longobardi Visconti nel 1315, che iniziarono a usarlo come alloggiamento signorile.
Ripresi però i territori dai Savoia nel 1427, Roppolo passò sotto la signoria dei piemontesi Valperga nel 1441. Ritornerà di proprietà sabauda attraverso il conte Giano del Genevese (figlio di Amedeo IX) a causa di una storia singolare legata al castello, e cioè quella del murato vivo. Durante i restauri nel XX secolo furono ritrovati, dietro un muro, i resti di uomo intero, all’interno di un’armatura. Le ossa furono attribuite a tal cavalier Bernardo di Mazzè; leggenda e storia si intrecciano. Da alcuni documenti rinvenuti, pare che questi, in conseguenza di una disputa, fosse stato posto in un’armatura e murato, ancora vivo, dal rivale Ludovico Valperga di Masino, nel 1459. Per tal motivo, quest’ultimo fu condannato, insieme a tutta la famiglia Valperga di Caluso-Masino, a restituire tutto il territorio roppolese. Tuttavia, i Valperga ignorarono la confisca, e la causa durò dei decenni. Si dovette attendere il 1630, quando i Valperga si estinsero, per riprendere pienamente il possesso del castello e del borgo.
La facciata verso sud, completamente modificata nel XIX° secolo, offre un’immagine di grande residenza di campagna. Nato come roccaforte e avamposto nel III secolo d.C. per la sua posizione strategica in cima alla collina, nei secoli a venire, l’antica fortificazione fu usata come basamento architettonico di quello che è l’attuale castello.
Dopo varie cessioni a nobili della zona, nel 1225 il castello venne acquistato dai conti Bichieri di Vercelli, famiglia potentissima e ricchissima, i quali si preoccuparono di riedificare l’ormai fatiscente fortificazione collinare in un castello medievale, cioè nella sua attuale forma; il castello divenne una delle dimore più sicure e più ricercate per la sua efficienza; questa nobile casata vercellese lo fortificò per difendersi nelle lotte fra guelfi e ghibellini. Borgo e castello passarono poi in mano ai longobardi Visconti nel 1315, che iniziarono a usarlo come alloggiamento signorile.
Ripresi però i territori dai Savoia nel 1427, Roppolo passò sotto la signoria dei piemontesi Valperga nel 1441. Ritornerà di proprietà sabauda attraverso il conte Giano del Genevese (figlio di Amedeo IX) a causa di una storia singolare legata al castello, e cioè quella del murato vivo. Durante i restauri nel XX secolo furono ritrovati, dietro un muro, i resti di uomo intero, all’interno di un’armatura. Le ossa furono attribuite a tal cavalier Bernardo di Mazzè; leggenda e storia si intrecciano. Da alcuni documenti rinvenuti, pare che questi, in conseguenza di una disputa, fosse stato posto in un’armatura e murato, ancora vivo, dal rivale Ludovico Valperga di Masino, nel 1459. Per tal motivo, quest’ultimo fu condannato, insieme a tutta la famiglia Valperga di Caluso-Masino, a restituire tutto il territorio roppolese. Tuttavia, i Valperga ignorarono la confisca, e la causa durò dei decenni. Si dovette attendere il 1630, quando i Valperga si estinsero, per riprendere pienamente il possesso del castello e del borgo.
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